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giovedì, aprile 17, 2008

Giovani e alcol

ALCOL: ISS, 67% GIOVANI SOTTO I 16 ANNI NE ABUSA

Il 67% dei ragazzi sotto i 16 anni, in particolare nella fascia d'eta' 13-15, eccede nel bere, consumando in media quattro unita' alcoliche a serata. Un fenomeno in crescita anche tra le ragazze che, in media, consumano tre bicchieri.


Risultato 1: Almeno è arrivata a casa...se questa è, casa sua.

fonte:Metro.co.uk


I dati sono quelli emersi dall'Alcohol prevention day, organizzato oggi dall'Istituto superiore di sanita', elaborati attraverso il progetto "Il pilota", realizzato dall'Osservatorio nazionale alcol dell'Iss in collaborazione con la Societa' italiana di alcologia nelle discoteche italiane. Tra gli under 16, ha spiegato Emanuele Scafato, direttore dell'Osservatorio nazionale alcol dell'Istituto superiore di sanita', il consumo eccessivo si attesta al 25% per i maschi e al 31% tra le femmine. Prendendo in considerazione tutte le fasce giovanili, invece, emerge che il 74% dei giovani beve in particolare il sabato ma, pur se in misura ridotta, anche durante gli altri giorni della settimana.


Risultato 2: Chi le raccatta? Tua figlia ti ha detto che dormiva da un'amica? E tu, Figlia, pensi che questo sia "divertirsi"? Per quante volte ti potrà andare bene?

fonte:Metro.co.uk

Risultato 3: E' meglio che non pubblichi questa foto. Nessuno sarebbe felice di vedere una cosa del genere.

La Legge italiana prevede che:

i superalcolici possono essere venduti ai giovani dopo i 18 anni
gli alcolici dopo i 16

I giovani(ssimi) esagerano, non sanno più divertirsi senza essere cotti e se ne sbattono dei rischi a breve e a lungo termine ma il vero bastardo è chi non fa rispettare la legge, chi se ne sbatte della legge e dei genitori che non insegnano niente ai figli...

lunedì, aprile 07, 2008

La Pillola del Giorno dopo, non chiederla a Pisa

E' successo nuovamente ed è successo a Pisa. Era già successo a Pasqua, due casi per l'esattezza ed ora è venuto fuori che a febbraio una giovane coppia è andata dalla guardia medica e si è trovata di fronte un cartello: "qui non si prescrive la pillola del giorno dopo".
I due sono poi andati all'ospedale Santa Chiara dove gli è stato spiegato che la ginecologa di turno è obbiettore di coscienza per cui non precrive la pillola. Per fortuna un altro ginecologo ha visitato la donna. I due adesso e giustamente vogliono presentare un esposto per interruzione di pubblico servizio.

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Purtroppo però la pillola del giorno dopo può essere venduta solo dietro prescrizione medica con ricetta non ripetibile. Per poter assumere il farmaco è quindi necessario rivolgersi a un medico generico o a un ginecologo. In Italia il diritto all'obiezione di coscienza è concesso per legge solo nell' interruzione volontaria di gravidanza, ma la FNOMCEO ha ammesso la possibilità di appellarsi alla "clausola di coscienza" (equivalente all'obiezione) per il medico contrario alla prescrizione per motivi etici, in accordo a quanto previsto dall'art.22 del Codice Deontologico secondo cui il medico a cui vengano richieste prestazioni che contrastino con i propri convincimenti scientifici o etici, ha il diritto di rifiutarsi, pur essendo tenuto a fornire all'utente ogni utile informazione e chiarimento. Tale interpretazione riprende anche un parere del Comitato nazionale per la bioetica che si è espresso in tal senso.

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Credo che ci sia da parte di molti una ignoranza bestiale su questo argomento.
Si fa molta polemica vedi quell' essere viscido e ripugnante di Ferrara
ma in quanti sanno che la pillola del giorno dopo non è la pillola abortiva RU486?

La Pillola del giorno dopo

La pillola del giorno dopo è un farmaco utilizzato come metodo di intercezione post-coitale (ossia contraccezione di emergenza) durante le 72 ore successive a un rapporto sessuale. Il principio attivo è il progestinico levonorgestrel, una sostanza presente anche in molte pillole contraccettive, impiegata però in un dosaggio 20-30 volte maggiore (750 microgrammi).

Pillola abortiva RU486

Il mifepristone è uno steroide sintetico utilizzato come farmaco abortivo per l'aborto chimico nei primi due mesi della gravidanza. Prodotto sotto forma di pillola abortiva viene commercializzato in Francia con il nome Mifégyne e negli Stati Uniti, dove viene prodotto dalla Danco Laboratories, come Mifeprex. Durante le prime sperimentazioni fu usata la sigla RU-38486, poi abbreviata in RU-486, dall'azienda produttrice, la Roussel Uclaf, da qui il suo secondo nome.
Rispetto ai metodi abortivi tradizionali ha il vantaggio di non richiedere l'ospedalizzazione della donna né interventi chirurgici, per questo si ritiene che provochi minori traumi fisici e psicologici oltre che minori costi per il servizio sanitario. Attualmente è in uso in tutti i paesi della Comunità Europea ad eccezione di Italia (in parte), Irlanda e Portogallo.


fonte Wikipedia